venerdì 27 settembre 2013

chi lavora è perduto


Forse la cosa che mi piace di più dei film di Gianni Amelio sono i titoli: Lamerica, Così ridevano, L’intrepido. Evocano canzoni, vecchie rubriche della Domenica del Corriere, riviste a fumetti della mia infanzia (ebbene sì, io a meno di dieci anni leggevo L’intrepido, ma soprattutto Lanciostory e Skorpio che rubavo alle mie sorelle, capite perché sono diventato così?). Detto ciò, che dire del film? Mah. Che non è meh, perché la maschera tragicomica di Antonio Albanese trova forse in questo caso il suo migliore impiego drammatico. Perché Gabriele Rendina è una bellissima scoperta. Perché scene come quella del negozio di scarpe valgono il biglietto. Perché la Milano uggiosa, talvolta astratta, troppo spesso distratta, quasi sempre deserta, è sempre la fidanzata brutta della vecchia, amara, attualissima battuta di Paolo Rossi, quella secondo cui devi sempre spiegare agli amici perché ti piace. Tuttavia, in questo come in tanti recenti film italiani c’è una difficoltà di fondo a far convivere dramma e commedia. E il buonismo di certe situazioni, o il semplicismo della pur valida scena finale, lasciano un po’ così.

3 commenti:

  1. si, sono andato ieri sera, e non mi ha convinto, al contrario di un Albanese (in Albania, che figata!) che, come ho sempre sostenuto, è altrettanto bravo da attore drammatico che da comico, con la differenza che, al cinema, funziona dannatamente bene quando fa l'attore drammatico diretto da un regista vero, mentre quando porta al cinema i suoi personaggi comici i film risultano una mmerda.
    ma la Ceccarelli che ha fatto, l'ha investita un camion?

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    1. a me la Ceccarelli sembra sempre uguale, con quella sua perenne aria da figadilegnocuoredistagno. dici che sta invecchiando male?

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  2. ma non so, magari è stato perché era tanto tempo che non la vedevo su uno schermo. son quelle cose che le pensi senza renderti conto che vale lo stesso per te, solo che ormai anche se ti guardi tutti i giorni nello specchio per farti la barba non ti vedi veramente.
    in realtà, non so neppure quanti anni ha. guardo.
    un anno meno di me. beh c'è chi invecchia meglio, ma nel complesso non sta così male. è stata la prima impressione.

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